venerdì 8 febbraio 2013

Giampaolo Fabris - La società post-crescita (Egea, 2010)





Mi ero accostato a questo ponderoso tomo di Fabris tratto in inganno dal sottotitolo: “consumi e stili di vita”. Volevo leggerlo per poi eventualmente considerare l’ipotesi di proporlo come testo d’esame ai miei studenti. Di “stlili di vita” neppure l’ombra. Mi sono imbattuto invece nell’ennesimo sproloquio logorroico di questo accademico col papillon (facile accostarlo a Roberto Gervaso) che per pagine e pagine ci avverte: i baccanali del consumo di massa sono finiti ma, al tempo stesso, non è il caso di accostarsi a un consumerismo pauperista à la Latouche, bensì occorre imboccare una terza via. Quale sia, questa terza via, non sono riuscito a capirlo dopo le oltre 400 pagine di pura uggia. Sì, certo, si fa riferimento ai gruppi di acquisto solidale, al consumatore scafato e responsabile che acquista su ebay e cerca il chilometro zero, all’eclissarsi della falsa equivalenza tra ben-avere e ben-essere, alla customer satisfaction. Il tutto è però imbrigliato in pagine e pagine di concetti ridondanti, di virtuosismi linguistici, di acrobazie concettuali posticce (insopportabili quelle in cui sembra la dimensione esplicativa a servizio della trovata linguistica e non viceversa, come nel caso della tipologia consumato-re, consum-attore, consum-autore, con-sumatore) dalle quali trabocca l’ego incontenibile da vecchio trombone della cattedra che a ogni capitolo ci ricorda le tante occasioni in cui è stato a contatto con “quelli che contano” e che non rinuncia a vezzi come quello di chiamare Petrini, quello di Slow-Food, “Carlin”, così, confidenzialmente, come se il lettore stesse lì ad assistere a un pranzo tra vecchie cariatidi della sinistra più salottiera.
Dispiace scrivere tutto questo, perché il professor Fabris è morto nel 2010 e ci ha lasciato contributi significativi sul fenomeno del consumo, ma a ogni libro sembra volerci ricordare il suo straripante amore per se stesso, che lo fa sembrare tantissimo l’Albertazzi della sociologia.


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